Mi sventola il telefono sotto il
naso. I baffi alla Magnum coprono spietati le labbra. Un’impresa carpire cosa
stia dicendo.
Chiedo a babbo mio di ripetere più
lentamente.
Intravedo un “non funz…” “bloccat”,
“non sento”.
Dillamme.
Sono di corsa e non avendo capito il
problema gli dico “mettilo in carica, sarà scarico no? O hai finito il
credito?”
Giungo a casa, messaggio alla Frau
(la miii mamma, chiamata così da Gabibbo, questa ve la racconto un’altra
volta).
Nelle ore a seguire cerchiamo di
comprendere, a distanza, cosa sia successo al telefono.
Carico lo è. Quindi è finito il
credito, si presume.
Se solo fossimo stati attenti a
quello che voleva spiegare la Frau “quando tuo padre tenta di fare il numero
non funziona…”
Stava tutto in quel “tenta” tonta!
È già qualche anno che m’alleno ai
loro “meccanismi” di comunicazione, ma fatico a stare al passo…
Hanno trascorso una vita cercando di
capire il linguaggio di noi figli e voilà che si ripigliano la rivincita!
Oggi li ho portati fuori a pranzo e
chiedo loro “siete andati a caricare il telefono?”
Mio padre svia, continua a mangiare,
mia madre esclama “Non sai cosa è successo!”
Eh no che non lo so!
Voi l’avete in mente la faccia angelica delle
persone anziane quando cercano di dirvi….
“non ci siamo ricordati di togliere
il blocco tastiera, per questo non funzionava!”
E.T. può succedere, no?
Bon Appétit!
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