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giovedì 22 ottobre 2015

Per quanta strada ancora c'è da fare... buon viaggio amico mio





Dopo una rocambolesca estate alle prese con un ragazzino ormai sedicenne, che ingarbuglia ogni mio tentativo di esprimermi nella figura genitoriale, avevo riposto la penna nel cassetto.
Diventa più difficile scrivere quando crescono. Hanno una capacità di dirottare le situazioni ad una velocità che non riesci più nemmeno a elaborare dentro di te quello che sta succedendo, che già qualcos’altro sta per succedere.

Ti ritrovi a ridere e dopo pochi istanti ad angosciarti per le loro scelte... come quella di partire in vacanza da solo, con gli amici. L’ha fatto!
Non è stata (la mia) una decisione a cuor leggero, tutt’altro.  Non c’è un’età nella quale questo debba succedere.
Devono esserci i presupposti, c’erano…  oddìo, se ci penso mi sento male!

Ho riavvolto la pellicola della mia adolescenza, mi sono rituffata nei miei sedici anni… c’erano le premesse per questa vacanza?
Lo scrivo con una tranquillità … che sembra mi sia tracannata un litro di balsamo alle erbe.

Il giorno della partenza dei magnifici 7 (sì, erano in sette a partire per questa vacanza in solitaria), era un sabato pomeriggio torrido. Il ritrovo in un’area di servizio in Svizzera, dove sarebbe transitato il Pullman diretto in Calabria.
E certo, la vacanza da soli si fa lontana, no?
I magnifici 7 pronti a partire, con tanto di valige, ombrellone sotto il braccio, frigo box anni 60, cuffie per la musica, sigarette (non le ho viste e non voglio saperlo)…

Sotto questo sole … si parte sul serio…

Prima fermata, primo autogrill, prima sosta…
Lui, uno dei magnifici 7 scende dal Pullman, prima di entrare nell’autogrill, lascia la valigetta con il computer, fuori!
Ora (richiudete la bocca), vent’anni fa bastavano pochi minuti e sarebbe sparita, rubata, volé, gestohlen!
Oggi, fuori dal ristoro, c-a-r-a-b-i-n-i-e-r-i  in attesa degli a-r-t-i-f-i-c-i-e-r-i!!! Boom!

Revocati gli allarmismi … il viaggio to be continued

Ripiglio un testo di mio figlio, scritto in terza elementare, che conservo. È un tema sull’amicizia, l’amico è Lui… quello della valigetta….

Forse le premesse c’erano…


(per gentile concessione di Manuel e Gabriele)


















La mia amicizia è nata quando le maestre ci hanno portato nella classe dei rossi per fare dei lavoretti, così mi sono seduto vicino a lui da quel momento siamo diventati amici. Ci siamo presentati e ci siamo detti se dopo ci sedavamo vicino.
Io ho pensato che la nostra amicizia sarebbe stata bella e che avremmo fatto tante cose insieme. Io ho provato la sensazione che c’era qualcosa di speciale per me e sapevo che saremmo diventati grandi amici.
Gabriele era il mio migliore amico che avevo conosciuto.
Quando eravamo insieme all’asilo le maestre ci separavano perché eravamo un po’ monelli, davamo sempre fastidio agli altri.
La nostra amicizia era bella.
Dopo Gabriele è andato alla scuola primaria, non ci siamo più visti per tre anni. Dopo gli ho chiesto se mi dava il numero del suo telefono di casa e così da quel momento ho incominciato a chiamarlo ogni giorno per farlo venire a giocare.
Cosi la nostra amicizia è ritornata.

Manuel





domenica 5 aprile 2015

Ma Dio è simpatico?



Un non troppo vecchio post…  per una Buona Pasqua a tutti
Se Dio sia simpatico me lo sono chiesta un’infinità di volte. Mi chiedo anche altre cose nella vita, così giusto per rassicurarvi.
Sin da ragazzina quando sceglievo chi frequentare sono sempre stata trasportata dall’entusiasmo. Se c’era qualcosa di interessante, divertente, soprattutto divertente, io c’ero.
Ora, ma Dio è simpatico? Poco, abbastanza, molto… Io dico abbastanza.
Premetto che chi scrive è cattolica, ma non pratica molto, un po’ come la palestra; ci vorrei andare, ma rimando sempre.
Oggi i ragazzini dopo la S. Cresima, “ottenuto” quel pezzetto di carta che conferma il battesimo: fuggono o forse sfuggono! Perché? Dio non è simpatico? La Chiesa o il luogo dove ci si ritrova a parlare di Dio non sono attrattivi? Oppure era un “obbligo” e ora è scaduto quindi scelgono di fare altro? O ancora la Chiesa è noiosa e inutile? (Dio abbiamo accertato che è  simpatico).

venerdì 3 aprile 2015

Anche tuo figlio è un campione?




“Tuo figlio cammina?” No, ma ha preso la patente settimana scorsa e ora guida!  Quante volte vi siete sentite domandare: “Cosa sa fare tuo figlio? Cammina? Parla? Mangia da solo? Fa la pipì nel vasetto, insomma è un campione?” (io nel vasetto ci pianto le  erbe aromatiche, ma sorvoliamo).
Ha già tolto il pannolino? (quello glielo toglievo io e ancora non ho capito come riuscivano a toglierselo tanti bebé).

Ha detto prima mamma o papà?

Ma sa già scrivere il suo nome? E contare?

Il mio recita le poesie a memoria e canta divinamente!

Ah no, il mio non parla benissimo, ma sa fare il triplo salto mortale con avvitamento!
Ci si spreca ad elogiare la propria creatura, ma studi personali mi confermano che il 90% delle mamme passa attraverso questa fase, io la chiamo la “lamammadelcampione”.

Io non lo sapevo come sarebbe stato essere mamma, certo nell’immaginario m’aspettavo di partorire un “cicciobello”, ma si vede che non avevo mai avuto una bambola da piccola e sono stata “punita”.
Quanto era brutto quando è nato!
Allora una si crea per forza delle aspettative future, o finge e continua a ripetere a se stesso che suo figlio è il più bello di tutti.

Mio figlio ha iniziato a parlare… tardi. Tardi? Che vuol dire tardi? Ah certo, dopo il tempo stabilito. Stabilito? Ma da chi?

Io do la colpa al nonno, comunicavano a smorfie!
Ma lavoravo, e me ne sono accorta… tardi! Un’altra volta tardi!
Mio figlio ha fatto tutto tardi, però aveva una grande immaginazione. Peccato che quella non si “vede”.

In prima elementare la maestra chiese ai bambini di scrivere a fianco ad ogni disegno il loro significato.
Alla figura di uno scimpanzé il mio figliolo scrive “Zio”. La penna rossa della maestra colpisce inesorabilmente a morte lo “Zio” con un punto interrogativo!
Quel  giorno arriva a casa… tardi, ridacchiando. Guardo il quaderno e chiedo “What’s”?  E lui: “Non è colpa mia se la maestra non ha capito che è mio zio travestito da scimpanzé!” (n.d.r. era il periodo di carnevale)
Dategli torto!
Ecco mio figlio non sapeva cantare, né recitare, e quando parlava non lo capiva nessuno. Però aveva tanta fantasia.
Ma quella non si esibisce, tant’è che alla fine mi sono arresa, non poteva competere con i cuginetti e amici che recitavano, cantavano, ballavano e tant’altro.
A scuola avevo una tattica mia, stavo ad aspettarlo a una distanza ragionevole, dal portone della scuola. Tanto quanto bastava per vedermi, ma non abbastanza per farmi vedere dalle maestre. Poi arriva il momento che non scendi nemmeno più dall’auto.
Mi consegna il quaderno di religione per firmare la verifica.
All’ultima domanda  “il libro di Gesù?”, il mio figliolo risponde: Il Topolino!
Antonella Lolli