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venerdì 3 aprile 2015

Anche tuo figlio è un campione?




“Tuo figlio cammina?” No, ma ha preso la patente settimana scorsa e ora guida!  Quante volte vi siete sentite domandare: “Cosa sa fare tuo figlio? Cammina? Parla? Mangia da solo? Fa la pipì nel vasetto, insomma è un campione?” (io nel vasetto ci pianto le  erbe aromatiche, ma sorvoliamo).
Ha già tolto il pannolino? (quello glielo toglievo io e ancora non ho capito come riuscivano a toglierselo tanti bebé).

Ha detto prima mamma o papà?

Ma sa già scrivere il suo nome? E contare?

Il mio recita le poesie a memoria e canta divinamente!

Ah no, il mio non parla benissimo, ma sa fare il triplo salto mortale con avvitamento!
Ci si spreca ad elogiare la propria creatura, ma studi personali mi confermano che il 90% delle mamme passa attraverso questa fase, io la chiamo la “lamammadelcampione”.

Io non lo sapevo come sarebbe stato essere mamma, certo nell’immaginario m’aspettavo di partorire un “cicciobello”, ma si vede che non avevo mai avuto una bambola da piccola e sono stata “punita”.
Quanto era brutto quando è nato!
Allora una si crea per forza delle aspettative future, o finge e continua a ripetere a se stesso che suo figlio è il più bello di tutti.

Mio figlio ha iniziato a parlare… tardi. Tardi? Che vuol dire tardi? Ah certo, dopo il tempo stabilito. Stabilito? Ma da chi?

Io do la colpa al nonno, comunicavano a smorfie!
Ma lavoravo, e me ne sono accorta… tardi! Un’altra volta tardi!
Mio figlio ha fatto tutto tardi, però aveva una grande immaginazione. Peccato che quella non si “vede”.

In prima elementare la maestra chiese ai bambini di scrivere a fianco ad ogni disegno il loro significato.
Alla figura di uno scimpanzé il mio figliolo scrive “Zio”. La penna rossa della maestra colpisce inesorabilmente a morte lo “Zio” con un punto interrogativo!
Quel  giorno arriva a casa… tardi, ridacchiando. Guardo il quaderno e chiedo “What’s”?  E lui: “Non è colpa mia se la maestra non ha capito che è mio zio travestito da scimpanzé!” (n.d.r. era il periodo di carnevale)
Dategli torto!
Ecco mio figlio non sapeva cantare, né recitare, e quando parlava non lo capiva nessuno. Però aveva tanta fantasia.
Ma quella non si esibisce, tant’è che alla fine mi sono arresa, non poteva competere con i cuginetti e amici che recitavano, cantavano, ballavano e tant’altro.
A scuola avevo una tattica mia, stavo ad aspettarlo a una distanza ragionevole, dal portone della scuola. Tanto quanto bastava per vedermi, ma non abbastanza per farmi vedere dalle maestre. Poi arriva il momento che non scendi nemmeno più dall’auto.
Mi consegna il quaderno di religione per firmare la verifica.
All’ultima domanda  “il libro di Gesù?”, il mio figliolo risponde: Il Topolino!
Antonella Lolli

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