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martedì 22 gennaio 2013

Io, Antonella



Ho letto che “La vita comincia a quarant’anni”. Poco mi mancava al giro di boa. L’unica cosa che non potevo immaginare era che all’ultima bracciata, all’ultimo respiro, all’ultima occhiata dietro le spalle…venissi ripescata, per non dir rianimata!
Lasciavo un mondo fatto di suoni, di rumori, di parole sentite e con un gran botto entravo in un mondo nuovo fatto di silenzi, di parole scritte, di ricordi sentiti.
Ho 47 anni  e un ragazzino che ora ne ha quattordici, ma quando la mia vita è cambiata e sono diventata sorda ne aveva appena cinque.
E così, volente o nolente, ho trascinato anche lui in questa nuova dimensione.
Sono passati 8 anni e, tra mille difficoltà, ho scoperto che questo mondo mi stava dando delle altre opportunità, certo con tanto dolore, quello a cui avevo deciso di dare poco spazio. Si può? Si deve, mi ripetevo…
Cerco la vita conoscendo i miei limiti, spaziando nell’infinito.
Ho sempre creduto che entrare nei pensieri di qualcuno sia un’impresa semplicemente impossibile. Forse perché l’ingresso a tutti i miei pensieri, al loro vero e profondo significato, è da sempre precluso persino a me stessa. Ci provo, cominciando da me, da quello che mi piace, da quello che vorrei trasmettere.
Dicono di me che sono forte, determinata e un po’ pazza.
Io dico che mi disfo e mi rifaccio d’istinto, oggi qui, domani…

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